venerdì 8 marzo 2013

Warm Bodies - Isaac Marion






R è uno dei tanti zombies che abitano in un aereoporto americano. Il mondo ormai è arrivato alla fine, nessuno sa perché: guerra? Malattia? Apocalisse?
Non è certo e ad R non importa. Vive tranquillo, trascinandosi in mezzo agli altri zombies, con l'unica preoccupazione di mangiare ed il timore di divenire un Ossuto. Fino a quando, durante una battuta di caccia, un ricordo del cervello che sta mangiando lo colpisce particolarmente ed a R viene spontaneo salvare una ragazza Viva, Julie. Sarà questo l'innesco di una sorta di rivoluzione mondiale.

Avrei voluto vedere il film, ma essendo impossibilitata e scoprendo l'esistenza del libro, mi sono per l'appunto procurata il libro e l'ho letto. Ora non voglio più vedere il film.
E non perché il libro sia brutto, tutt'altro: so che la pellicola è notevolmente diversa dalla storia originale, che invece merita di essere letta e ricordata come il suo autore l'ha pensata.
Non voglio svelare troppo, ma la riflessione va fatta.
Un'idea originale, un mondo che appare futuristico, mostri che non lasciano speranza. Ma in verità è tutta una grande allegoria.
Siamo noi quei zombies, le persone vuote e senza speranza, prive d'emozioni e sentimenti, concentrati solo sulla praticità delle cose. Siamo noi che addestriamo i "bambini zombie" ad essere zombie. Siamo noi che divoriamo gli altri ancora Vivi, uccidendoli o rendendoli come noi.
E invece dovremmo tutti tentare di tornare alla vita, di non essere più zombie. Di essere invece uomini e donne liberi, che salviamo e ricostruiamo il mondo perché è giusto che sia così. Che valorizziamo i sogni, i legami e che sorridiamo. Perché questi sono gli ingredienti per far fiorire i deserti dentro di noi, per farci vivere sul serio oltre gioie e dolori, delusioni e sogni irrealizzabili.
Si potrebbe dire ancora molto, ma dovrei entrare nei dettagli del libro e rovinarvi parecchie sorprese.
Per cui, vi auguro una buona lettura! :)

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