martedì 5 febbraio 2013

Reign over me - Mike Binder




Vivendo alla giornata, dimenticandosi di sé stessi e del mondo attorno, dedicandosi solo a mondi irreali, come quello dei videogiochi o della musica. Abbandonando ogni persona che di te conosca qualcosa, perché ognuna di esse ti riporta al passato, un passato che non puoi dimenticare, ma che vorresti potere cancellare per sempre. Con ricordi che sembrano voler rimanere con te con tutte le loro forze, come terrificanti fantasmi. Questa è la vita, se si può definire tale, di Charlie Fineman una delle innumerevoli vittime dell’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle.
Vittima però non fisica, ma psicologica. In quel tragico incidente perse la moglie e le tre figlie, a bordo di uno degli aerei e, con loro, anche la sua volontà interiore di reagire e affrontare la realtà. Così, egli passa le giornate ristrutturando instancabilmente la cucina oppure vagando solitario per le strade di New York, comportandosi come un bambino abbandonato a sé stesso, fino a reincontrare un suo ex compagno d’università, Alan Johnson. Da quel momento comincerà una difficile, ma necessaria, lotta per tornare a vivere come una persona qualsiasi. La sua storia è vista da un punto esterno, quello di Alan al quale, all'inizio, gli sembra che Charlie sia solo uno strano tipo, misterioso ed impenetrabile.

Tra i due protagonisti si crea una salda amicizia e Alan si sente in dovere di aiutare Charlie, qualsiasi sia il suo problema. É una storia delicata, come delicata è la situazione che i due passano. Sono due diversi mondi che s’incontrano: quello di una persona che non ha più nulla da perdere e quello di una che ha tutto quello che le serve. E ognuno di questi mondi porta con sé, rispettivamente, la chiusura totale e l’impossibilità di capire completamente ciò che l’amico deve sopportare, dato che le informazioni che trapelano non sono mai totalmente complete. Tutto ciò che si vede è solo una persona estraniata: chi mai potrebbe e saprebbe farla stare meglio senza ferirla ulteriormente? Senza rompere il legame che si è creato? Alan comprende che Charlie ha bisogno di crearsi una nuova vita. Ma come fare?

Probabilmente nessuno vorrebbe trovarsi nei loro panni, è tutt’altro che semplice. Nonostante tutto, però, questa è un’esperienza molto importante non solo per Charlie, ma anche per lo stesso Alan. Scoprire il valore di una vera amicizia e trovare qualcuno su cui contare è certamente qualcosa di fondamentale anche per una persona senza particolari problemi. Anche perché dei problemi, per quanto piccoli, ci sono sempre.

Mike Binder , il regista, ha cercato di sottolineare la rabbia, la compassione, lo stupore, il senso amoroso, la forte nostalgia per le certezze borghesi e la durezza dei sentimenti che si scatenano in seguito a un evento talmente tragico da sconvolgere un’intera vita. Forse è un ammonimento per non lasciarci dormire sugli allori della nostra vita, così normale da sembrare immutabile. Come reagiremmo noi se ci trovassimo nei panni di Charlie? Continueremmo a vivere nonostante i rimorsi e i grandi pesi? Affronteremmo il nostro futuro apparentemente vuoto come ha fatto lui o tenteremmo di farla finita? E’ quasi impossibile riuscire a capire che cosa Charlie stia realmente provando. E come faremmo in quelli di Alan?

Il titolo del film prende nome dalla canzone “Love, Reign over me” dei The Who. Il messaggio che ci deve giungere è proprio questo: che l’amore regni tutto attorno a noi, sopra di noi. Che questo sentimento si trasmetta da una persona all’altra, facendoci sentire bene con il mondo intero. Un sentimento da non tenere mai per sé stessi, ma da dimostrare sempre alle persone care, in qualsiasi momento.

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